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Ospedale di Careggi: Pagati risarcimenti per milioni di euro

L’Azienda Ospedaliera Careggi di Firenze ha pagato, ad oggi, cifre da record per risarcimenti a pazienti colpevolmente danneggiati da professionisti dell’ospedale. E’ di 2 milioni e 250 mila euro l’importo del maxi risarcimento stabilito con un accordo stragiudiziale, dopo  un lungo confronto tra gli avvocati della famiglia della paziente e quelli dell’azienda sanitaria, in conseguenza di un intervento di chirurgia robotica erroneamente eseguito su una donna ricoverata per un’operazione all’addome nel Giugno del 2015.

Prima dell’operazione alla paziente viene insufflata dell’aria nell’addome affinché il maggiore irrigidimento dei tessuti permetta al robot di lavorare più efficacemente. Qualcosa però non va come dovrebbe e l’aria insufflata finisce rapidamente nel sangue. Il sangue fluisce trasportando l’aria sino al cervello e quell’aria, in brevissimo tempo, le causa un’embolia dalla quale difficilmente potrà riprendersi.
Tecnici e medici se ne rendono subito conto perché la paziente inizia immediatamente a stare male, ma purtroppo è già tardi. La donna di 45 anni entra in un coma vegetativo irreversibile e la sua famiglia deve sostenere altissime spese cliniche per permetterle di sopravvivere. Da ciò deriva l’elevata quantificazione del danno concordata con  l’azienda ospedaliera. Della vicenda, peraltro, dovrà occuparsi anche la procura della Corte dei Conti della Toscana a causa del grave danno alle casse dell’ospedale pubblico.
Gia lo scorso anno l’ospedale aveva dovuto risarcire per due milioni e mezzo di euro la famiglia di un neonato colpito da una paralisi cerebrale irreversibile conseguente ad una asfissia durante il parto. Anche qui la decisione è stata quella di chiudere la vicenda con un accordo stragiudiziale in seguito all’accertamento dei  fatti, avvenuti nel 2012, da parte del perito medico-legale che ha specificato come “in assenza di altri fattori causali, il danno cerebrale del neonato è da ricondurre ad un evento ipossico acuto intrapartum per il quale sono ravvisabili elementi di responsabilità professionale“.
E’ stato chiamato in causa anche il Comitato regionale per la valutazione dei sinistri, la cui funzione è quella di dare un parere consultivo su tutti i risarcimenti di rilevante entità erogati dalle aziende sanitarie. Il risarcimento è stato attribuito per mezzo milione ai genitori e alla  sorella nata nel 2015 e per quasi due milioni di euro al danneggiato a titolo di “risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali subiti dal minore ivi comprese la perdita della capacità lavorativa e le future spese mediche e di assistenza”.
Diversi problemi, con lesioni gravissime e addirittura decessi di neonati si sono registrati nel corso del 2016 nella sala parto del policlinico, con almeno  quattro casi di risarcimenti, per milioni di euro, da definire in via giudiziale o stragiudiziale.
Una bambina, nata insieme alla gemella, ha avuto un’ipossia che l’ha ridotta in stato vegetativo. Un’inchiesta penale, con 9  dipendenti indagati, è stata aperta su un altro caso di una bimba morta poco prima di nascere. Un altro neonato ha avuto un gravissimo malore mentre era in braccio  alla madre, nel reparto maternità. La donna si è addormentata e non si è resa conto che il figlio aveva smesso di respirare. Il bimbo, colpito dalla c.d. Sindrome della morte improvvisa del lattante (Sids) è stato rianimato, ma tuttora è in stato vegetativo. Infine, i genitori di un’altra neonata, morta per ipossia, hanno presentato un esposto in seguito al quale è stato svolto un audit del Centro del rischio clinico regionale che ha ravvisato un ritardo nel cesareo.
Dal 2009 l’azienda Ospedaliera Careggi ha deciso di coprire in regime di ‘autoassicurazione’ i risarcimenti per i danni provocati ai pazienti in ospedale: errori in sala operatoria, cadute, infezioni, diagnosi errate. L’ospedale non ricorre quindi a compagnie assicurative esterne, ma paga i risarcimenti con fondi propri. L’azienda ospedaliera Careggi è stata inoltre la prima ad aver avviato un servizio di conciliazione per i danni meno gravi, cioè quelli che prevedono un  risarcimento fino a 50.000 euro e che rappresentano numericamente quasi l’80% dei casi.

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